The Florentine Dagger, scritto da Ben Hecht, pubblicato da Boni & Liveright, New York, 1923.

La storia di questo thriller ante-litteram si concentra sulle vicissitudini di Cesare Borgia, un giovane uomo tormentato dal suo retaggio, in quanto l’ultimo successore della antica e sanguinaria famiglia Borgia. Commistionando elementi rinascimentali con scenografie decò tipiche dell’epoca del Jazz, l’autore costruisce una ambientazione grottesca ed eclettica, che vede il protagonista vivere in un grattacielo circondato di preziose antichità quattro-cinquecentesche, sprofondare in una disperazione che si spingerà fino alla ricerca del suicidio per mettere a freno l’impulso ad uccidere che sente provenire dal suo retaggio maledetto. Consigliato da uno psichiatra a sublimare le sue paure e a spurgare la propria follia, si cimenterà nella scrittura di un’opera teatrale dedicata alla figura di Lucrezia Borgia, che farà poi interpretare alla propria unica figlia. Tutto questo lo condurrà al timore che la giovane, già fortemente resa instabile dall’aver visto la propria madre bruciare orribilmente in un incendio e il proprio amoroso patrigno venire misteriosamente pugnalato da una antica daga, possa essere sopraffatta dalla personalità folle di Lucrezia.

In questo libro si fanno fortissimi gli echi e le contaminazioni delle dottrine di Freud e della nascente psicanalisi, assieme a concetti più antichi come l’idea che il sangue possa trasmettere non solo aspetti fisici ma anche comportamentali, andando a definire le qualità innate di una determinata persona, la quale vi si potrà solamente opporre senza successo, o sarà costretta ad assecondarli, andando incontro (in questo caso) a terribili conseguenze. La prima edizione e la successiva ristampa del 1923, sono impreziosite da 5 illustrazioni di Wallace Smith, che aveva già collaborato con Hecht nella creazione del macabro Fantazius Mallare, l’anno precedente. Come presentato nella stessa introduzione, le illustrazioni di Smith non vogliono essere una fedele riproduzione di quanto descritto nel libro, ma piuttosto una libera interpretazione delle atmosfere che in esso vi si possono ritrovare. Ecco comparire figure tormentate, immerse nell’oscurità e disegnate con tutta la passione anatomica per i corpi maschili contorti e segnati, circondati da suppellettili raffinatissime e decadenti, come candelabri dalle forme di rettile, broccati e preziosi d’ogni tipo.