Ben Hecht (New York, 28 febbraio 1894 – New York, 18 aprile 1964) è stato uno sceneggiatore statunitense. Viene ricordato anche come scrittore (A Thousand and One Afternoons in Chicago, 1922), giornalista, autore di un talk show irriverente, nonché come regista. Durante tutta la sua vita, Hecht ha sempre detestato (forse talvolta per posa) l’industria hollywoodiana, dando la colpa al suo lavoro di sceneggiatore di essere la causa per il suo mancato “grande romanzo”. Viene ricordato inoltre per aver lavorato insieme ad altri scrittori come Francis Scott Fitzgerald alla sceneggiatura di Via col vento.

Nel 1929 vinse l’Oscar al miglior soggetto per Le notti di Chicago e nel 1936 per The Scoundrel. Per l’occasione non si presentò alla cerimonia degli Oscar; mandò invece un telegramma dicendo di essere onorato e felice che fosse stato istituito un premio per cercare di mettere in luce i film di qualità. In questo modo Hollywood sembrava meno una latrina del solito. Hecht contribuì inoltre a numerose sceneggiature come script doctor, senza però essere citato nei titoli del film. Il film Scarface del 1983 di Brian De Palma, come riportato nei titoli di coda, è dedicato a lui e a Howard Hawks, essendo stati rispettivamente lo sceneggiatore e il regista di Scarface – Lo sfregiato del 1932.

La sua attività di scrittore è stata inevitabilmente oscurata da questi risultati, non da ultimo il destino dei due curiosi libri scritti quando era poco più che ventenne, uno dei quali finì pure per essere processato per oscenità. Un romanzo di decadenza e di esistenzialismo mistico, Fantazius Mallare racconta la storia di un artista geniale, pittore e scultore, in guerra con la propria ragione. Invece di cercare il suicido, la sua follia lo impone alla auto-reclusione e all’idea di ribellarsi a ogni forma di vita e di pensiero esistente al di fuori del proprio Sè. Dopo aver distrutto il suo intero lavoro, Mallare cercherà una donna da piegare alla sua onnipotenza. Quella che seguirà poi, sarà una spirale di discesa in una lucida follia.

Fantazius Mallare fu pubblicato nel 1922, in una tiratura limitata di 2025 copie destinata alla distribuzione privata, ma la maggior parte finì per essere sequestrata e distrutta dalle autorità. Il libro è generalmente descritto come un’opera decadente alla maniera dell’ À Rebours di Joris-Karl Huysmans, anche se si tratta di un confronto abbastanza superficiale. Il Des Esseintes di Huysmans è molto più affettato rispetto al cupo Fantazius Mallare, le sue imprese più cerebrali. La prosa stessa di Huysmans è molto più soppesata:

“It was obvious that the decadence of this family had followed an unvarying course. The effemination of the males had continued with quickened tempo. As if to conclude the work of long years, the Des Esseintes had intermarried for two centuries, using up, in such consanguineous unions, such strength as remained. There was only one living scion of this family which had once been so numerous that it had occupied all the territories of the Ile-de-France and La Brie. The Duc Jean was a slender, nervous young man of thirty, with hollow cheeks, cold, steel-blue eyes, a straight, thin nose and delicate hands.”

Hecht inizia invece in questo modo:

“Fantazius Mallare considered himself mad because he was unable to behold in the meaningless gesturings of time, space and evolution a dramatic little pantomime adroitly centered about the routine of his existence. He was a silent looking man with black hair and an aquiline nose. His eyes were lifeless because they paid no homage to the world outside him. When he was thirty-five years old he lived alone high above a busy part of the town. He was a recluse. His black hair that fell in a slant across his forehead and the rigidity of his eyes gave him the appearance of a somnambulist. He found life unnecessary and submitted to it without curiosity.”

Quello che segue è un lavoro di vigorosa grotesquerie, la cui misantropia potrebbe sembrare parossistica, se la sincerità e il cinismo dell’autore non risultassero così evidenti. Prima di partire per Hollywood, Hecht infatti lavorò come giornalista a Chicago, il che lo rese molto cinico nei confronti dell’ipocrisia dilagante nell’ambiente proibizionista americano. Des Esseintes raccoglie opere d’arte per alleviare il proprio senso di stanchezza noi confronti del mondo; Fantazius Mallare non ha tempo per tali preziosità:

“Rising from his chair Mallare attacked, one by one, the canvases and statues. Goliath watched him in silence as he moved from pedestal to pedestal from which, like a company of inert monsters, arose figures in clay and bronze. The first of them was a man four feet in height but massive-seeming beyond its dimensions. Mallare had entitled it “The Lover.” Its legs were planted obliquely on the pedestal top, their ligaments wrenched into bizarre muscular patterns. Its body rose in an anatomical spiral. From its flattened pelvis that seemed like some evil bat stretched in flight, protruded a huge phallus. The head of the phallus was enlivened with the face of a saint. The eyes of this face were raised in pensive adoration. At the lower end of the phallus, the testicles were fashioned in the form of a short-necked pendulum arrested at the height of its swing. The hands of the figure clutched talon-like at the face and the head was thrown back, as if broken at the neck. Its features were obliterated by the hands except for the mouth which was flung open in a skull-like laugh.”

Fantazius Mallare è illustrato da Wallace Smith (1888-1937), un collega di Hecht giornalista e scrittore, anche se meno noto come artista e illustratore, le cui linee precise sembrano dovere qualcosa all’arte di Aubrey Beardsley e Harry Clarke. L’approccio potente e le sensazionali figure nude e contorte di Smith, nonché la dovizia di particolari anatomici e scabrosi, finì per costargli una multa di 1000 dollari per oscenità, seguita al sequestro dei libri da parte delle pubbliche autorità.
Nella loro spigolosità torturata e frequente erotismo, le diverse illustrazioni di Wallace Smith per Fantazius Mallare emulano perfettamente il linguaggio usato da Hecht per alludere alla figura umana nei suoi vari stati emotivi e di depravazione. Tutto ciò è maggiormente rappresentato in due delle illustrazioni di cui più spesso si fa riferimento nel descrivere i toni di questa opera fantastica: nella prima vediamo un nudo maschile che copula con una forma femminile raffigurata come un albero senza foglie, con la testa reclinata all’indietro in una specie di estasi.

La seconda illustrazione si compone di elementi demoniaci e quasi mistici, presentando il protagonista avvolto da una aureola, mentre monta un cavallo da incubo che emerge dal buio, evocando una visione apocalittica. Il cavaliere possiede una spada la cui elsa, appoggiata al collo del cavallo, assume la forma di un grande fallo scuro che emerge dalla zona inguinale del protagonista.

Nella sua ricerca di una donna che diventerà il suo servo incondizionato nonchè oggetto sessuale, Mallare incontra un giovane gitana, Rita, e la induce a seguirlo nella propria dimora. Col tempo, diventerà a tal punto ossessionato da lei per scoprire che, invece di dominarla completamente, è diventato schiavo dei propri impulsi sessuali:

“Your body alone confronts me. In this way I am reduced to enjoying my dream with my senses. Then it means only that I have achieved nothing more by my madness than the privilege of masturbating with the aid of an erotic phantom. Alas, the reason of it is clear. Man’s fiber is fouled throughout with sex. ….To possess! What a delusion! And for its sake I threw my genius away.”

Nel tentativo di sfuggire al fascino compulsivo della giovane, Mallare racconta al lettore di averla uccisa, ma non potremo mai essere sicuri della realtà di questo affermazione, da quanto irrazionale è diventata la sua vita. Ciò comunque non fa più alcuna differenza, perché Mallare continua ad esserne perseguitato, come intrappolato dalla sua apparizione. Finalmente, alla fine del romanzo, tormentato da fantasmi e dalle sue ossessioni, la sua follia diventa la sua crocifissione:

“I become a little phantom. A useless little phantom. I drift like Rita. And they attack me. Hands, voices and trembling ones. They are brave because it is dark. Your worshippers, Mallare, they turn on me. They break windows. Pity me. This is the cross.”

Opportunamente, l’illustrazione finale di Smith mostra una grottesca e contorta crocifissione di Mallare, cinto da un’aureola e con la lingua sporgente dalla bocca.

Le illustrazioni di Smith per il romanzo di Ben Hecht gli fecero immediatamente acquisire notorietà come artista, pur sfidando la censura. Nonostante questo, la particolare mordacia fin de siècle dello stile di Smith si potrà ammirare in poche altre pubblicazioni realizzate tra il 1922 e il 1923. Anche lui, come Hecht, lascerà presto Chicago prima della fine del decennio per cercare la sua fortuna a Hollywood, scrivendo una manciata di romanzi, racconti, sceneggiature cinematografiche, ma senza perseguire la carriera parallela come illustratore nello stile inconfondibile di Fantazius Mallare.